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Mer de Glace

Testo polacco a fronte

  • cena: 73,50PLN

Non ancora quarantenne, Małgorzata Lebda è una delle voci più riconosciute e riconoscibili della poesia polacca contemporanea. Già insignita di svariati premi, la sua dizione ariosa, eticamente semplice, sospesa fra la poesia e la prosa, così come fra l’umano e il naturale, era già delineata nella raccolta che l’aveva imposta all’attenzione della critica, Il confine del bosco (2013). Ecopoesia è la categoria usata spesso per descriverla. La natura, certo, ma non posticcia e idilliaca, bensì vivente e dunque minacciata, come il ghiacciaio del Monte Bianco evocato nel titolo e anche nei colori di questa copertina. Lebda non lancia però alcun urlo espressionista, preferisce i semitoni, i segnali discreti disseminati entro la cornice perfetta del libro, attraversato da tre protagonisti: chiamando i due principali ‘io’ e ‘non-io’, faremmo un torto alla prospettiva dell’autrice, che non è antropocentrica, ma biocentrica; e allora meglio dire il corpo e la biosfera. Il primo ha un ciclo a lui dedicato: Lebda ascolta, osserva il proprio corpo, che è fatto di punti, di luoghi, come un paesaggio, ed è ubbidiente, riconoscente, o anche inquieto come i cani. Il terzo protagonista è il tempo e ad esso è dedicato un ciclo di prose poetiche intitolate Le stagioni dei luoghi: un accumulo di anno- tazioni simile a pagine di taccuino, tracce del vivere nel tempo lasciate per divenire poi un’epifania, un’in- termittenza del cuore. La memoria, la perdita, erano la cifra de La cella reale (2016); qui Lebda insegna a vivere nel presente, con attenzione.

ksiazka
rok wydania 2024
liczba stron 104

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Daniele Sapuppo Sapuppo 41,50PLN