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  • I racconti del Maresciallo

I racconti del Maresciallo

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"Si mangia, si beve e si racconta: Soldati intinge brillantemente la sua materia gialla in questa saporosa e cordiale atmosfera di conversazioni familiari" (Cesare Garboli).

Nota di Ermanno Paccagnini

 

"Ne I racconti del Maresciallo, Mario Soldati compare esplicitamente tra le pagine, nome e cognome, fingendo che le storie che egli riferisce gli siano state raccontate, e forse gli sono state raccontate per davvero, da un amico piemontese di nascita ma padano per trascorsi professionali, il maresciallo dei carabinieri Gigi Arnaudi. Tutte le storie prevedono un esordio rituale: il Soldati e l'Arnaudi seduti a tavola, alla trattoria del Leon d'Oro, o delle Tre Ganasce, o magari al vagone ristorante. Si mangia, si beve, e si racconta. Soldati intinge brillantemente la sua materia gialla in questa saporosa e cordiale zuppa di conversazioni familiari, rinunciando di proposito a modi polizieschi, di tale of terror o anche di novella criminale" (Cesare Garboli). Arnaudi è un "Esopo in divisa di carabiniere" (Carlo della Corte). Un pedinatore di piccole storie. Un degustatore di "gialli" minori. Si entusiasma e si diverte nelle indagini di polizia. Con zelo sempre. Ma con orgoglio di sbirro mai: "sono maresciallo", confessa, e "sono un uomo anche io". Le manette lo immalinconiscono. "Io non arresto mai nessuno con piacere", dice: "quando viene quel momento provo sempre una certa tristezza. Forse non è neanche giusto. Un buon carabiniere deve essere contento di servire la società, assicurando alla Giustizia chi si è dimostrato pericoloso". Il suo piacere esclusivo è "nell'investigazione, nella ricerca, nello sforzo di capire e scoprire. Questo piacere, come è giusto, culmina nella scoperta, e, qualche volta, anche nella sorpresa: ma, proprio in quell'attimo finisce. Se qualcuno mi conduce a sorprendere un ladro sul fatto, be', ci vado perché è mio dovere: ma non è che io mi sento invitato a una festa". I racconti del Maresciallo è "uno dei libri più piacevoli" di Soldati, ha scritto Geno Pampaloni. Un libro che racconta la più quotidiana provincia italiana, opaca e furba nella sua domestica banalità. In una prosa, che è quella consueta di Soldati: una prosa da "colto dilettante", che Beniamino Dal Fabbro assimilò subito a quella di un "diplomatico", di un "segretario", o semplicemente di un "viaggiatore" che si guarda intorno con "insuperabile perspicacia e misura". Salvatore Silvano Nigro

 

Mario Soldati è nato a Torino nel 1906 ed è morto a Tellaro, La Spezia nel 1999. Questa casa editrice ha pubblicato 24 ore in uno studio cinematografico (1985), America primo amore (2003), La verità sul caso Motta (2004), Fuga in Italia (2004), La giacca verde (2005), La finestra (2005), Il padre degli orfani (2006), Cinematografo (2006), Un viaggio a Lourdes (2006), L'amico gesuita (2008), ah! il Mundial! (2008) e Corrispondenti di guerra (2009). 

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