La mente prigioniera
- Producent: ADELPHI
- Autor: Czesław Miłosz
- Kategorie: literatura polska po włosku , literatura piękna
- Kod produktu: 9788845904691
- Dostępność: W magazynie
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cena: 105,00PLN
Questo libro fu
scritto a Parigi nel 1951-1952, cioè in un periodo in cui gli intellettuali
francesi, nella loro maggioranza, risentivano la dipendenza del loro Paese
dall’aiuto americano e riponevano le loro speranze in un mondo nuovo all’Est,
governato da un leader di incomparabile saggezza e virtù – Stalin». Così
Miłosz, con delicato sarcasmo, ha descritto, nella premessa all’edizione
italiana, la situazione in cui nacque e apparve per la prima volta La mente
prigioniera (1953). Ma al lettore spetta di riconoscere che cosa è questo libro
oggi: il libro che una volta per tutte, prima che il dissenso russo potesse
manifestarsi, prima di Solženicyn, di Sinjavskij, di Zinov’ev, disse ciò che di
essenziale vi è da dire sul sovietismo – e in particolare su quel colossale
fenomeno di viltà dello spirito e cronico asservimento che ha contrassegnato il
rapporto di milioni di intellettuali con il sovietismo stesso. A differenza di
tanti dissidenti russi, Miłosz parla con una terribile pacatezza: troppo cupa è
la vicenda che ha vissuto perché la sua voce possa alterarsi. Ed è la voce, lo
si sente a ogni pagina, di un grande scrittore, di un abitante di quella
vecchia, civilissima Europa dei popoli baltici, che furono «calpestati
dall’elefante della Storia» senza che l’Occidente quasi se ne accorgesse.
Questo libro non è un saggio, non è un racconto, non è un libro di memorie: è
la dimostrazione inconfutabile, trasparente, di che cosa voglia dire nella vita
di ogni giorno, per un numero sterminato di persone, l’obbedienza al Metodo,
nome che qui designa il marxismo-leninismo, quella singolare dottrina che è «in
grado di trasmettere per via organica una 'visione del mondo'», come le pillole
di Murti-Bing immaginate dal genio visionario di Witkiewics. Se fosse una
qualsiasi posizione filosofica, tale dottrina sarebbe di una pochezza
difficilmente uguagliabile. Ma esso è ben di più: un grandioso artificio che
riesce davvero a «cambiare la vita»: il Metodo, una volta che stringe un mondo
con le tenaglie della dialettica, permette a chiunque di sorridere con
superiore indulgenza di fronte a qualsiasi pensiero, invita dolcemente a
sorvegliare e denunciare gli altri, insegna inebrianti misture di vero e di
falso, concede la gioia di sentirsi al centro della corrente della storia e
offre strumenti maneggevoli per far fuori i propri nemici. Alle devastazioni
che il Metodo provoca nei singoli, alle prodigiose trasformazioni che esso
produce nelle loro vite è dedicata la seconda parte del libro di Miłosz: qui
egli traccia una sequenza di profili esemplari, carichi di intensità romanzesca
– e costringe ogni lettore a percepire che cosa sia stata, in tutti i suoi
passaggi, la sorte crudele di chi ha visto susseguirsi, sulla propria terra, il
furioso orrore dei nazisti e la vischiosa oppressione dei sovietici. La rivolta
di Varsavia, con i nazisti che uccidono e i sovietici che osservano compiaciuti
dall’altra sponda della Vistola, è in certo modo l’esperienza simbolica di
tutto il nostro secolo. Miłosz, che a essa è dolorosamente sopravvissuto, ha
saputo trasmetterla in queste pagine a noi, eternamente sprovveduti
occidentali, lasciando parlare i fatti e le fisionomie, come solo un poeta può
fare.
ksiazka | |
tłumacz | Giorgia Origlia |
liczba stron | 290 |