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  • Appena ieri eravamo felici

Appena ieri eravamo felici

  • cena: 94,50PLN

Una città, nei suoi umori e nella sua dimensione sociale e politica, è lo sfondo non inerte di questo romanzo in cui, nel 1947, un giovane uomo reso vecchio dall'esperienza funesta della guerra, si interroga e ripercorre il passato fin dall'infanzia, alla ricerca dei momenti felici vissuti prima del diluvio, prima delle rovine  proprie e del contesto generale, scaturite dall'ipocrisia umana, dal fascismo, dalla guerra. Il racconto della formazione della sua coscienza civile e politica, della sua ossessione erotica e dello scandalo di un amore impossibile. Il racconto dei sentimenti, delle donne. Il profilo di un'epoca della nostra storia.


Quarta di copertina

Andavamo per cerase e amarene, ci sedevamo sotto gli alberi a mangiarle, facevamo orecchini di quelle accoppiate. Ci donavamo fiori, li mettevamo tra i capelli, ne riempivamo il canestro della bicicletta. Una di quella mattine ci buttammo nella canapa a baciarci, ad abbracciarci. Godevamo in tutti i modi dei nostri corpi, rispondendo quasi soltanto al desiderio sessuale. Ogni posto riparato, un catino di spighe atterrate in un campo di grano, una tettoia naturale di ramaglia intricata, una casipola mezzo diroccata e ricoperta di rovi, una piccola radura d’erba tra le fratte, qualunque posto era buono! Lei specialmente appariva divertita da tutte le scoperte che faceva sotto la guida di quella divinità pastorale che m’ispiravo di essere, ecco: un fauno! Questo era a volte il nostro gioco innocente, farci divinità agresti, portatrici di fiori e di frutti, personaggi del corteggio di Flora, per celebrare un rito panico, come una simbolica flagellazione con le spighe o con i teneri giunchi colti alla riva del fiume.
Mi diede mille baci, quella notte, la mia Lesbia, e poi cento e altri mille ancora. Com’era lieve la sua carne e come dolce il favo del miele sulla sua bocca! Restò nelle mie braccia mentre la notte saliva, restò fino a quando si spense il fremire delle foglie sui rami e il roco gracidio delle rane, fino a che fu alta la notte nel cielo e le stelle tremarono, fino a quando il calabrone del sonno iniziò a ronzare nei nostri cervelli chiedendoci tregua.
Che bei giorni, quelli sì erano giorni, tra i più belli della mia vita. Mi sembra che tutto sia accaduto ieri. È vero, era soltanto ieri, appena ieri eravamo felici, appena ieri.


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liczba stron 400

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L'orizzonte della notte

L'orizzonte della notte

Gianrico Carofiglio 106,80PLN